Giustizieri razzisti

A volte ci vuole poco per organizzare le persone. Basta una ragazzina che si inventi uno stupro e che accusi il nemico pubblico numero uno, il mostro non tollerato: il nomade. Il resto lo fa lo spirito di aggregazione, di amicizia, di mutuo-soccorso.

In questo modo ieri sera a Torino, alle Vallette, sono scese in strada cinquecento persone per protestare contro la criminalità della zona. In testa alla fiaccolata i famigliari della ragazza. Una manifestazione pacifica, disturbata soltanto dall’allontanamento a suon di schiaffi di fotografi e tv. Poi, a volto coperto, un manipolo di eroi ha assaltato l’accampamento rom abusivo di cascina Continassa. Armati di mazze e bombe carta hanno cacciato i nomadi e hanno distrutto e incendiato roulotte, baracche e automobili.

A questo punto sono intervenute leste le forze dell’ordine a riportare la calma, ma i vigili del fuoco sono stati tenuti a distanza, impossibilitati a intervenire finché quel guastafeste del fratello della fanciulla non è accorso portando la notizia che la sedicenne si era inventata tutto, e i nomadi non avevano stuprato nessuno.

Giustizia fai da te in salsa razzista condita da luoghi comuni.

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