
La strategia adottata per contrastare il movimento NoTav è trasparente e limpida come acqua di fonte: screditare i manifestanti provocando reazioni violente e creando ad arte casi inventati-ingigantiti manipolando l’opinione pubblica tramite la connivenza dei media e la diffusione di informazioni false o distorte. Quello che è successo dalla manifestazione in Val Susa di sabato 25 febbraio 2012 a oggi è un chiaro esempio di questa strategia.
Sabato sera, Torino, Stazione di Porta Nuova, binario 20. I manifestanti milanesi, di ritorno in Lombardia, vengono bloccati sulla pensilina dai celerini in tenuta antisommossa inviati ad attenderli. Ne nasce uno scontro provocato, secondo questo video diffuso dalla Polizia, dagli antagonisti. Peccato che anche i NoTav abbiano preso l’abitudine di documentare questi eventi, e nel loro video (eccolo) si capisce chiaramente come i tafferugli siano nati in seguito a una carica gratuita e non necessaria dei poliziotti. Da notare la posizione sul binario dei celerini, nel primo video in testa mentre nel secondo sono ancora in posizione arretrata, oppure il petardo lanciato da un manifestante che viene scalciato in mezzo alla folla da parte di un poliziotto che fa da “legante” fra i due filmati, trovandosi alla fine del secondo e all’inizio dell’altro. Insomma: la violenza, peraltro molto blanda, dei manifestanti è scaturita dalla carica delle forze dell’ordine, e non viceversa come affermato dalle istituzioni. Ma sono molti gli esempi di scarsa sincerità o di azioni indecorose da parte di chi dovrebbe garantire l’incolumità dei cittadini: si va dalla negazione sul lancio di fumogeni negli scompartimenti dei treni (smentito dai passeggeri non-manifestanti presenti sui vagoni) all’uso dei manganelli contro chiunque capiti a tiro, compresi i pendolari diretti a Milano che sono capitati sullo stesso mezzo.
Intanto parte della carta stampata (quella più indecorosa e indecente), che già di per sé non si spende molto in un’analisi obiettiva dei fatti, si lascia andare a sfottò, ingiurie e giochini nauseabondi che disumanizzano i NoTav. Il caso più eclatante è quello di Luca Abbà, il manifestante precipitato dal traliccio sul quale si era arrampicato per protestare contro lo sgombero della Baita Clarea e l’esproprio dei terreni circostanti (avvenuto con mezzi e metodi illegali secondo gli avvocati del movimento). Tenuto in coma farmacologico al CTO di Torino e in fin di vita, non riceve alcuna pietà e anzi, deve anche incassare gli insulti de Il Giornale e Libero che lo definiscono “cretinetti” e che arrivano a pubblicare sondaggi in cui si chiede ai lettori se si sia meritato o meno l’incidente. Non stupisce che per la maggior parte degli aficionados dei due quotidiani Luca si meritasse di essere folgorato.
Ma quello che più mi stupisce è l’encomio che oggi, 29 febbraio, ha ricevuto un carabiniere per aver resistito agli insulti e alle provocazioni di un manifestante rifiutando impassibile di ricorrere alla forza nei suoi confronti. Quali queste gravi parole? “Che pecorella che sei: non hai un numero, un nome, un cognome”. “Sai sparare, vorrei vederti sparare”. “Dovresti avere un numero di riconoscimento, altrimenti non so chi sei. Tu sai chi sono io”. Oltre all’encomio del comandante generale dell’Arma, arrivano le belle parole nei confronti del militare da parte di mezzo Pdl e Pd, come se fosse normale che durante una manifestazione le forze dell’ordine reagiscano a insulti pesantissimi (?) usando i manganelli e rispondano a un invito a sparare impugnando la pistola e sparando sulla folla. Non c’è da congratularsi con un Carabiniere che mantiene la calma, c’è da punire chi la pazienza la perde facilmente o chi manco si pone il problema di sopportare: sono da punire quelli che usano la forza in maniera smisurato spaccando ossa e lacerando la carne a colpi di manganello o mettendo mano al cinturone.
O forse siamo in un paese in cui per le forze politiche e per l’opinione pubblica le forze dell’ordine sono cani idrofobi tenuti al guinzaglio che mordono il laccio pronti a scagliarsi contro il postino?