(S)fiducia

Questo articolo è stato pubblicato dalla rivista web Nulla dies sine linea.

Iwo Jima Chronicles, Piazza Venezia, Roma. Fotografia di Pensiero, licenza CC 2.0

Il giorno della mozione di sfiducia è arrivato e, come molti temevano, è arrivato solo il giorno, senza sfiducia. Per tre voti il governo sopravvive, mentre il centro storico di Roma si trasforma in una piccola Genova. Migliaia di manifestanti, fra universitari, studenti medi, ricercatori, insegnanti, terremotati, sindacati, centri sociali, No Dal Molin e associazioni varie hanno sfilato per la città eterna uniti contro la crisi, il decreto Gelmini e il governo. Dall’altra parte il solito spiegamento di mezzi blindati e forze dell’ordine in assetto antisommossa a proteggere gli edifici istituzionali. Il fatto che la gran parte dei partecipanti abbia manifestato pacificamente verrà come al

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Il partito dell’amore

In questa foto datata c'è un ministro: chi è?

L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio. Frase detta, frase scritta. Il libro di Berlusconi uscito quest’anno è in grado di nobilitare Moccia, i versi di Bondi e il lavoro culturale svolto da Chi. Il tema? Propaganda attraverso il vittimismo, la beatificazione e l’onanismo da sviolinata: è una raccolta di messaggi di sostegno che avrebbe ricevuto dopo il duomo in faccia, raccolti “come segno di riconoscenza” anche nei confronti di “un pellegrinaggio continuo prima in ospedale e poi ad Arcore: familiari, amici ma anche tante persone che volevano manifestarmi vicinanza ed affetto”. Più che di processo di beatificazione, qui si parla di vero e proprio culto della figura divina del Premier… “pellegrinaggio“…

Da un male si deve far nascere un bene ancora più grande” scrive il Santo. E sì, il partito dell’amore: lo vediamo all’opera proprio in questi giorni. È lo stesso Cavaliere a darcene una dimostrazione oggi, in conferenza stampa, prendendo a male parole un giornalista freelance, Rocco Carlomagno, reo di aver

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Il perdono del tirannicida e frasi d’odio dimenticate

I tirannicidi: Armodio e Aristogitone. Copia romana di originale greco, Napoli.

Et dulcis in fundo, perdono: Umanamente l’ho perdonato“, ha detto Berlusconi. “Sapete che non so portare rancore“. Troppo buono il nostro Premier, da inserire in coda di beatificazione dritto alle spalle di Giovanni Paolo II e Pio XII, magari con qualche polemica in meno rispetto a quest’ultimo. D’altronde l’Untissimo non è nuovo a gesti di tal umana comprensione, lo stesso accadde all’uomo dal cavalletto cinque anni fa, che poi si fece quattro mesi di carcere dopo la condanna per lesioni personali aggravate.  Ma Tartaglia non farà sogni tranquilli, in pieno spirito cristiano Berlusconi si è augurato che il gesto non venga sottovalutato affinché non passi il messaggio che si può prendere a souvenirate il presidente del Consiglio: in Italia ci sono monumenti ben più pericolosi del duomo, come la Mole di Torino, tremendamente appuntita. Insomma, date a Cesare quel che è di Cesare: il perdono è puramente spirituale, nella pratica la punizione sarà esemplare.

A morte il tiranno è il grido che secondo il Premier è stato lanciato a più riprese e che ha

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