The KKK took my baby away

Un rito KKK: la croce incendiata. Immagine di dominio pubblico.

Erano uomini incappucciati, vestiti con un lindo lenzuolo. Hanno terrorizzato l’America nera per decenni. Bruciavano croci, incendiavano fattorie, uccidevano uomini, donne e bambini. Si facevano chiamare Ku Klux Klan (dal greco kyklos, cerchio, e dal gaelico clann, figli, famiglia) ed erano convinti della superiorità della “razza” bianca. Le loro confraternite si aggirano ancora fra di noi: generalmente considerate una frangia della destra estrema, oggi sono gruppi molto isolati e dispersi che contano non più di qualche migliaia di membri. Ed ora sono sbarcati in Italia.

Una lunga storia. Il KKK nacque il 24 dicembre del 1865 a Pulaski nel Tennessee, al termine della Guerra di Secessione, come una confraternita formata da alcuni reduci confederati. Essa doveva aiutare vedove ed orfani di guerra, ma si sarebbe dovuta anche opporre all’estensione del diritto di voto ai neri  ed all’eliminazione della segregazione razziale. Nel 1869, con l’effettivo valore che ancora possedevano le leggi razziali, la confraternita, che intanto diveniva sempre più violenta, fu sciolta e, due anni dopo, il presidente degli Stati uniti Ulysses S. Grant lo dichiarò un gruppo terroristico illegale. La decisione venne poi abrogata nel

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