Capita di leggere un libro, Les italiens, e poi di leggerne subito dopo un altro, Troppo piombo, perché ci si è divertiti parecchio. Capita anche di chiedersi perché, dato che dell’intreccio dei due noir-polizieschi di Pandiani, a distanza di poche settimane dalla lettura, ci si ricorda giusto l’essenziale per poter raccontare a uno sconosciuto che non si tratta di romanzi di formazione.
I libri sono briosi, la tensione è tenuta alta e l’interesse del lettore vivo: si è accompagnati fino al termine senza essere trascinati. Eppure sia nel primo che nel secondo non mi importava assolutamente sapere chi fosse il “cattivo”. E questo, naturalmente, è un complimento.
Negli ultimi anni ho letto diversi gialli, noir e polizieschi. Molti mi hanno annoiato, altri deluso, alcuni fatto incazzare. Senza accorgermene li ho divisi in due categorie: quelli buoni e quelli tuttatrama. Nel secondo gruppo rientrano romanzacci illeggibili basati sul solito copione di colpi di scena, duri hollywoodiani, serial killers, pupe da sballo, analisi di laboratorio e pagine a incastro in cui si è pilotati in un’unica infallibile direzione da personaggi ritagliati nel cartoncino. Nel primo gruppo rientrano invece tutti quei libri di cui non saprei raccontarvi la storia nel dettaglio, ma che mi sono maledettamente piaciuti. Ma cos’è che in un romanzo rende le