Succede di ricevere un consiglio su un autore, leggere una buona recensione, passeggiare per il Salone del Libro di Torino, vedere quello stesso nome stampato con un altro titolo, ripassare il lunedì, l’ultimo giorno di fiera, essere attratti dal cartello “50% di sconto” dello stand Fandango, comprare quel libro e poi quello di cui si era sentito ben parlare, tornare a casa, metterli sullo scaffale del “da leggere”, occuparsi d’altro, lasciar passare una settimana, poi aprirne uno e al fondo della prima pagina esclamare: “Cazzo!”.
Beh, non so se in effetti capita a tutti, a me però è successo. Non ricordo quale sia la recensione e ho scordato la provenienza del consiglio (se stai leggendo batti un colpo), quindi provvederò io per voi. L’autore è Davide Longo: leggetelo. Il romanzo (breve) che mi ha fatto citare a più riprese il sacro pendaglio è invece Il mangiatore di pietre, che non è una novità. Uscito per la prima volta nel 2004 per Marcos y Marcos, ora lo potete trovare sul catalogo di Fandango.
Da buon ritardatario, Longo l’ho conosciuto dopo ben 10 anni di attività letteraria (e non solo: insegna alla Holden, scrive per radio e teatro, è regista di documentari). Classe ’71, piemontese di Carmagnola, non lo cercate sul web: