Questo articolo è stato pubblicato sulla rivista Nulla dies sine linea.
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Il 26 gennaio 1998 il 42° presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, accompagnato dalla moglie, concluse una conferenza stampa alla Casa Bianca con queste parole:
“I want you to listen to me. I’m going to say this again: I did not have sexual relations with that woman, Miss Lewinsky. I never told anybody to lie, not a single time; never. These allegations are false. And I need to go back to work for the American people. Thank you.”
“Voglio che voi mi ascoltiate. Dirò questo una volta ancora: non ho avuto relazioni sessuali con quella donna, Miss Lewinsky. Non ho mai chiesto a nessuno di mentire, non una singola volta; mai. Queste accuse sono false. E devo tornare a lavorare per il popolo americano. Grazie.”
Il Sexgate era appena scoppiato. Pochi giorni prima, il 21 gennaio, il Washington Post aveva dato fuoco alle polveri pubblicando un’inchiesta del reporter Michael Isikoff basata su alcune conversazioni telefoniche avvenute fra Monica Lewinsky, una giovane stagista che lavorava presso la Casa Bianca, e la sua amica Linda Tripp, del Dipartimento della Difesa. In esse la Lewinsky raccontava alla confidente la