Obama durante una riunione operativa precedente alla missione contro Osama bin Laden, 1° maggio 2011. Immagine di dominio pubblico.
Vivo o morto. Morto.
Nove anni e mezzo di caccia, più un’altra decina precedenti all’11 Settembre. Il nemico pubblico numero uno degli States, ex alleato in chiave antisovietica, è stato preso. Ucciso. Giustiziato.
Quel gran cowboy di George Bush aveva giurato vendetta e Obama, premio nobel per la pace, l’ha servita, a freddo. Ci sono voluti una quindicina di Navy Seals per abbattere il mostro cattivo, carceri illegali con torture legalizzate, centinaia di arresti arbitrari, milioni di violazioni di diritti civili, un lavoro di intelligence planetario, bombardamenti di droni, due guerre e migliaia di civili annichiliti, maciullati, sventrati, cancellati. Ma alla fine
Se è diventato normale non fidarsi dei virgolettati nei quotidiani, temere che il giornalista abbia riportato malamente alcune parole dette o che abbia interpretato a suo modo, se non addirittura manipolato, il pensiero altrui, credere che un’intera intervista sia stata inventata di sana pianta sa di teoria complottista. Eppure è quello che è accaduto su Libero.
Lo scorso novembre il quotidiano ha pubblicato una intervista allo scrittore statunitense Philip Roth realizzata dal giornalista Tommaso Debenedetti. Cuore del pezzo era la critica che l’autore, fervente sostenitore di Obama, avrebbe riservato alla politica del presidente americano. Il Corriere della Sera ha ripreso queste affermazioni in un editoriale di Pierluigi Battista (23 novembre) in cui la possibilità di critica ed autocritica del potere negli Stati Uniti veniva messo a confronto con la sua assenza in Italia.
Oggi (26 febbraio) su Il Venerdì è comparsa una nuova intervista a Philip Roth, questa volta realizzata da Paola Zanuttini, in cui si cita quella precedente:
Per caso, è insoddisfatto anche da Barack Obama? Da un’intervista a un quotidiano italiano, Libero, risulta che lo trova persino antipatico, oltre che inconcludente e assopito nei meccanismi del potere.
Beh, lo scrittore è rimasto scandalizzato: smentisce le parole su Obama, smentisce di aver parlato con Debenedetti, smentisce di avere rilasciato interviste a Libero (di cui si fa pure beffe del nome: “Vuol dire che questi sono liberi di fare tutto quelli che gli pare?”). Chiama il suo agente e verifica il tutto: è una invenzione del quotidiano di Belpietro.