La bestia

LaBestia_CopertinaEsattamente due anni fa, nel luglio 2013, stavo scrivendo La bestia.

Il racconto è nato per partecipare al concorso letterario Giallo di Romagna. È rientrato fra i tre finalisti, ha vinto il secondo premio ed è stato pubblicato in cartaceo nell’antologia Vento Siberiano.

Il tema indicato dal bando era forte: la violenza sulle donne e il femminicidio. Quella fu un’estate calda per la questione. Grande attenzione dei media, necessità di fare un decreto legge, la Boldrini che ad agosto richiama i deputati dalle ferie per discuterlo.

A due anni di distanza e senza l’anestetizzante ossessione mediatica, eccolo qui: potete scaricarlo gratuitamente da questa pagina. È disponibile in formato pdf, kindle e epub. La copertina è di Claudia Toscano.

Per scriverlo mi sono dovuto documentare, e non solo curiosando fra campi e paesini della piana romagnola con Google Street View, ma anche studiando i dati presentati dall’Onu in un rapporto del gennaio 2012 sulla violenza contro le donne in Italia. In calce al racconto trovate i riferimenti e alcune note stilistiche.

La bestia è un giallo classico: in mezzo a un campo di mais del ravennate viene ritrovato il corpo massacrato di una donna. Il commissario Luigi Ferli, un tipo che non riesce a non farsi coinvolgere, inizia le indagini per dare un’identità alla vittima e un nome al carnefice. Partendo da una statistica: il 54% dei femminicidi è opera del partner o dell’ex e solo nel 4% dei casi l’autore è uno sconosciuto. Ecco un brano del racconto:

Il commissario Luigi Ferli osservò l’ambulanza inghiottire la salma. Il mezzo partì, alzò un po’ di polvere, rallentò al termine della stradina e quindi scomparve a destra, solo il lampeggiante e la parte superiore della carrozzeria visibili oltre l’orizzonte di mais, in rapido allontanamento. Vide i colleghi chiudere il passaggio con il nastro e si voltò dalla parte opposta dove, oltre la barriera e sull’asfalto, si era radunata una piccola folla di curiosi venuti dal paese. Un carabiniere stava parlando a un gruppo di donne. Stavano in piedi e reggevano tutte una bicicletta.
Sbuffò per il caldo, slacciò il secondo bottone della camicia e tornò a osservare il luogo del ritrovamento. Ora, senza il corpo di mezzo, rimaneva in terra il lenzuolo lordo a coprire le piante devastate. La scientifica stava perlustrando l’area: rilievi, fotografie, campioni. Le piante di mais frusciavano, le tute candide brancolavano in quel verde torrido. Era sicuro, certo, che lì non avrebbero trovato niente. Ma anche questo è un dato, pensò. E comunque, mai lasciare nulla al caso.
Il PM finì di parlare con un tecnico e gli si fece incontro. Con la giacca e incravattato stava pagando l’estate a litri di sudore.
«Ferli, allora?»
«Ho avuto un malore» rispose lentamente.
«Non mi riferivo a quello.»
Poco prima, quando il corpo era stato sollevato e disteso nel sacco, aveva visto la terra ruotare sotto i piedi. L’aveva vista, con gli occhi, non sentita. Allora si era allontanato e temendo di vomitare era risalito sulla strada. Si era appoggiato all’ambulanza, si era slacciato la cravatta, se l’era sfilata e l’aveva messa in tasca piegandola con cura, giusto per darsi qualcosa da fare e riacquistare il controllo di sé.
«Non è la prima volta che vede un cadavere, o sbaglio?»
«È il primo ridotto in queste condizioni.»

Scaricatelo, leggetelo, fatelo girare, e ditemi cosa ne pensate!

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San Valentino (?)

Lo scorso anno ho partecipato al concorso letterario Giallo di Romagna. Il regolamento poneva dei paletti stretti: racconto breve, ambientato a Bagnara e di genere giallo. Il tema? Uno di quelli caldi nel corso del 2013: la violenza sulle donne e il femminicidio. Il risultato è stato La bestia, e ha vinto il secondo premio.

CONTINUA

Il programma del MoVimento 5 Stelle

movimento-5-stelleA due settimane dal voto, solo una cosa è certa: il MoVimento 5 Stelle è il vero vincitore di queste elezioni. Alla Camera è il primo partito (25,5% contro il 25,4% del secondo, il PD), Bersani salta dal lusingare Monti a lustrare le scarpe grilline, Vendola dà loro l’onore delle armi e Berlusconi, processi a parte, scivola nell’anonimato mediatico. Sì, è vero, il M5S non ama farsi chiamare partito, preferendo la dicitura “libera associazione di cittadini”, ma appellandoci alla definizione data del termine da Wikipedia, l’enciclopedia del tanto amato web che Grillo in qualche occasione invita a consultare, non sbagliamo di molto:

Un partito politico è un’associazione tra persone accomunate da una medesima finalità politica ovvero da una comune visione su questioni fondamentali della gestione dello Stato e della società o anche solo su temi specifici e particolari. L’attività del partito politico è volta ad operare per l’interesse nazionale, si esplica nello spazio della vita pubblica e, nelle attuali democrazie rappresentative, ha per “ambito prevalente” quello elettorale.

maialeNaturalmente un movimento che ha come obbiettivo quello di rovesciare la “casta”, ripulire il sistema e mandare tutti i vecchi politici a casa, per esigenze di campagna elettorale non può definirsi con lo stesso termine, quello di partito, usato da decenni per indicare i gruppi che hanno partecipato al governo dello Stato tanto bistrattato. Insomma, è come se un porco rifiutasse l’etichetta di suino, comune ai suoi simili, preferendo quella di “libera associazione di salami e prosciutti”. Sempre un maiale resta però (qualsiasi riferimento a persone, cose, partiti o libere associazioni di cittadini è puramente casuale).

Molta stampa, soprattutto estera, è caduta in questo tranello e in quello della semplificazione indicando le ultime elezioni italiane come quelle della vittoria dell’antipolitica. Sbagliato: se la politica è la gestione del bene pubblico di una nazione, allora qualsiasi proposta o idea che lo riguardi è un atto politico. Il MoVimento 5 Stelle, a detta di chi ne fa parte, è un movimento di idee per gestire il paese, dunque fa politica, dunque è un partito.

Ma quali sono queste idee? Andiamo a leggere il programma (nascondendoci dietro a un dito se non lo abbiamo fatto prima delle elezioni). Lo trovate qui, sul sito di Beppe Grillo. È un documento PDF piuttosto leggerino. 436,4 kB, 15 pagine. Di cui una è la copertina e la seconda l’indice. Ovvero 13 pagine 13 che sintetizzano il programma del MoVimento. Secondo molti sono un po’ scarsine. Ma, volendo fare un paragone, non è molto diverso da quello del PD veltroniano del 2008, un PDF da 903 kB che, come si legge sulla pagina web da cui si può scaricare, è la versione integrale. E peraltro ha una grafica simile alle diapositive di un convegno di proctologi.

nudi-per-la-spesaGli obiettivi di Grillo sono elencati come i prodotti sulla lista della spesa che ho attaccata al frigorifero, punto per punto. Divisi in temi come gli scomparti di un supermercato (Stato e cittadini, Energia, Informazione, Economia, Trasporti, Salute, Istruzione), i punti non sono altro che un mero elenco, senza spiegazioni sul perché o sul come. D’altronde, io sulla mia lista ho scritto birra, mica birra per sbronzarmi dopo i risultati elettorali: bevanda alcolica tratta dalla fermentazione dell’orzo aromatizzata con il luppolo. Di fianco a quelli già conseguiti, pochi data l’assenza del MoVimento dal potere fino a questi giorni, come “Abolizione del Lodo Alfano” c’è il segno di spunta: obiettivo raggiunto. In futuro potremmo sederci comodamente in poltrona e, come facevamo un tempo con la schedina, controllare i risultati.

Al di là della condivisione o meno della politica grillina e dei contenuti, il programma è, come documento, efficace. Sintetico, arriva al cuore del problema e per direttissima al muscolo cardiaco dell’elettore. I critici lo criticano per quello che è, un semplice elenco non ragionato, quasi puerile (nello svolgimento, non nella traccia). Ma facciamo un’auto analisi e diciamoci la verità: chi mai ha letto le 281 pagine del programma di Prodi per le politiche 2006? Chi ha mai votato dopo aver scorso un intero programma? Non abbiamo forse crocettato il simbolo del nostro partito per amore e ideologia? Non ci siamo forse basati su tribune elettorali catodiche e sulle strilla di politici imbellettati? Non ci siamo forse lasciati convincere da interviste lette su un quotidiano? Non abbiamo ceduto sotto il peso della propaganda e di cartelloni elettorali tutti sorrisi e slogan da massimo cinque parole? In confronto il programma del MoVimento 5 Stelle è Moby Dick.

E, dato che in un modo o nell’altro il prossimo governo avrà a che fare con gli stellati e che questi accetteranno di discutere solo i punti cardine del loro programma, tanto vale leggerlo. Parla del nostro futuro ed è breve (il programma o il futuro, lascio a voi decidere).