Restaurazione

Bersani, Berlusconi e Monti incontrano Napolitano.
Bersani, Berlusconi e Monti incontrano Napolitano.

Vienna, 1814. Le grandi potenze europee (Russia, Austria, Prussia, Gran Bretagna) organizzano un congresso per riassettare l’Europa dopo il devasto Napoleonico. L’obbiettivo è reazionario: cancellare il passaggio del cane francese e ripulire l’aria dal vento fresco delle idee rivoluzionarie. Le obsolete famiglie regnanti si riappropriano dei loro troni e le nazioni siglano la Santa Alleanza per scongiurare e combattere insieme le ribellioni.
L’Ancien Régime viene restaurato, ma è tardi: la triade composta da libertà, fraternità e uguaglianza serpeggia in tutto il continente.

La mente dietro a tutto: Massimo D'Alema.
La mente dietro a tutto: Massimo D’Alema.

Roma, 2013. Bersani, Berlusconi e Monti incontrano Napolitano per riassettare l’Italia dopo il devasto Grillino. L’obbiettivo è reazionario: cancellare il passaggio del cane ligure e ripulire l’aria dal vento fresco delle idee di cambiamento. Gli obsoleti partiti si riappropriano delle loro poltrone e siglano un patto per mantenere Napolitano al Quirinale, formare un governo con obbiettivi comuni e combattere il M5S.
L’Ancien Régime viene restaurato, ma è tardi: la triade composta da cambiamento, legalità e giustizia serpeggia in tutta la penisola.

N.b.: come l’autore ritiene che Napoleone abbia tradito gli ideali rivoluzionari comportandosi come un despota brutale, così egli non è un grillino.

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Il Pdl sotto l’albero

Il Cavaliere

Caro Babbo Natale, per quest’anno fammi un regalo: sconfiggi politicamente il Cavaliere nano. Poter tornare bambini e credere realizzabile un desiderio simile… dubito che sotto l’albero troverò tale pacchetto, e peraltro non ho neanche l’albero di Natale. Già mi accontenterei però che nessun “italiano amante della libertà” mi donasse una tessera del Pdl, come da suggerimento berlusconiano, aiutando il partito a resistere (pensavo fossero gli altri a dover resistere, ed una volta il partito era il partito) ed a “continuare a lavorare per il bene di tutti“. Già di per sé una tessera di qualsiasi gruppo politico sarebbe un regalo piuttosto triste, figuriamoci quella del Miracolato.

Se il grosso paffuto omone rosso dovesse ascoltarlo sarebbe un viaggio agevole per le renne, un periodo di feste un po’ meno interessante per noi. Con l’attacco sferrato a qualsiasi voce contraria in nome dell’amore e la desolante rilevazione mensile Ipr marketing-Repubblica.it che vede il Premier guadagnare tre punti percentuali ci si para d’innanzi un inizio 2010 cupo e gongolante. A meno che non simpatizziate per l’Idv, nel qual caso sarà disastroso: sono sei i punti persi “grazie” alle esternazioni di Di Pietro post duomo-in-faccia.

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L’amore secondo Cicchitto

L'onorevole Fabrizio Cicchitto

“L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio”

Frase da far cariare immediatamente i denti, e difatti i generali smentiscono subito con i fatti le parole ospedaliere del Cavaliere. Dice Fabrizio Cicchitto che l’aggressione è dovuta ad una campagna d’odio condotta da

“…un network composto dal gruppo editoriale Repubblica-L’Espresso, da quel mattinale delle Procure che è il Fatto, da una trasmissione di Santoro e da un terrorista mediatico di nome Travaglio, oltre che da alcuni pubblici ministeri, che hanno nelle mani alcuni processi, tra i più delicati sul terreno del rapporto mafia politica e che vanno in tv a demonizzare Berlusconi…”

(media non allineati e toghe rosse)

“…e da un partito come l’Idv, con il suo leader Di Pietro, che in questi giorni sta evocando la violenza, come se volesse trasformare lo scontro politico in atto in guerra civile fredda, che coinvolge anche settori più giustizialisti del suo partito, caro onorevole Bersani.”

(opposizione parlamentare identificata nell’Italia dei Valori e in certi ranghi del PD)

“Da questa situazione si esce solo disinnescando con leggi funzionali quell’uso politico della giustizia, un cancro che ha distrutto la prima Repubblica e sta minando anche la seconda.”

(è tutta colpa della giustizia)

Vale a dire: all’odio rispondiamo con l’odio. Dagli ai giornalisti contrari, dagli all’opposizione, dagli alla giustizia che cerca di fare luce sui comportamenti del Premier. Una bella lista di proscrizione siglata con l’uscita dall’aula del Pdl quando la parola è passata a Di Pietro e Bersani. Per buona pace di chi si auspicava un abbassamento dei toni (Napolitano).

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